Profilo artistico

Il Parto delle Nuvole Pesanti ha finora realizzato 13 album, avvalendosi di importanti collaborazioni di artisti e scrittori tra cui quella con Claudio Lolli, Roy Paci, Teresa De Sio, Fabrizio Moro, Tony Canto, Carlo Lucarelli, Carmine Abate e Vito Teti.

La sua musica fonde stili e linguaggi differenti, dall’etno-rock mediterraneo degli esordi, passando per la canzone d’autore, fino all’originale world music abbracciata nell’ultimo disco Sottomondi, dove la band racconta di un’umanità caleidoscopica e senza voce, fatta di bambini, donne, immigrati ed emarginati, attraverso canzoni e musiche che servono per vivere, resistere e, a volte, cambiare.

Tra i brani di successo della band calabro/bolognese, si segnalano Onda Calabra, colonna sonora di Qualunquemente, film di Antonio Albanese, che ha ottenuto la partecipazione al Festival del Cinema di Berlino e la nomination come Migliore Canzone al David di Donatello, Giorgio che ha avuto la nomination al Premio Amnesty International e L’imperatore che è stato considerato tra i mille brani più rappresentativi della storia della canzone italiana (“Antologia della Canzone Italiana 1861-2011”).

Il suo live, portato su palchi importanti, sia nazionali (Primo Maggio, Premio Tenco, Sanremo Rock) che internazionali (New York, Bagdad, Fortaleza, Londra, Berlino, Lisbona, Praga, Budapest), è un crocevia di suoni e liriche, di ironia e allegria, miscelati a momenti teatrali e a imprevedibili follie, capace di coinvolgere il pubblico in sfrenate danze e in canti corali ma anche di far riflettere sul nostro tempo e di regalare suggestioni oniriche. Il Parto propone dal vivo brani storici come Riturnella, Lupu, Raggia, Ciani, Piccola mia e canzoni più recenti come Uomini viaggianti, La nave dei veleni, Crotone, Vento di scirocco, fino ai pezzi dell’ultimo album tra cui Niente Ninna per l’uomo ne’, Non sono mai stato socià, Naturaleza viva e L’ignoranza è figa. Una band che ha fatto dei concerti dal vivo uno dei momenti più magici, irrefrenabili ed emozionanti della sua storia.

Ma il progetto del Parto va oltre la musica. Nel teatro ricordiamo Roccu u Stortu e Slum e nel cinema Doichlanda, I colori dell’abbandono ed Alèteia. Di rilievo sono anche i progetti culturali tra cui La Valigia d’Identità e Terre di Musica – Viaggio tra i beni confiscati alla mafia realizzato con la collaborazione di Libera, che testimoniano il forte impegno sociale della band.

Biografia

1990/1998 – Dall’incontro con altri musicisti calabresi che studiano all’università di Bologna, Salvatore De Siena fonda Il Parto delle Nuvole Pesanti che subito suscita curiosità anche per il nome, considerato tra i più originali della musica italiana. Dopo un acerbo cd Guerra al salario, la band realizza Alisifare, un album punk-folk, con brani come Raggia che presto diventa il manifesto artistico del gruppo, e Pristafora, disco in cui la musica etnica e quella rock vengono miscelate in forme originali. Il successivo 4 battute di povertà fa crescere il successo del gruppo, mentre il dialetto calabrese interagisce con l’italiano dandogli nuova vita in brani come Lupu e Sule.

1999/2000 – Cresce la popolarità della band testimoniata anche dalla partecipazione al Concerto del Primo Maggio di Piazza S. Giovanni a Roma, al Premio Italiano della Musica, al Premio Tenco della canzone d’autore e al progetto discografico La notte del Dio che balla, diretto da Teresa De Sio, con la partecipazione di molti artisti tra cui Vinicio Capossela e Daniele Sepe. E’ un periodo che vede anche l’uscita del cd Sulle ali della mosca, in cui il punk – rock si coniuga con la canzone d’autore, pur mantenendo venature etniche, ed il singolo Ciani, trova ampio spazio nel circuito radiofonico nazionale. Questa fase culmina con il ritorno del gruppo al Premio Tenco, con un omaggio a Sergio Endrigo. Il Parto alla presenza del cantautore istriano, interpreta due suoi brani, La ballata dell’ex e L’Orlando. Quest’ultimo viene inserito nel cd dedicato ad Endrigo, Canzoni per te, che raccoglie gli omaggi degli altri ospiti del Tenco, tra cui Gino Paoli, Roberto Vecchioni, Bruno Lauzi e Ivano Fossati.

2001 – La band amplia gli orizzonti del progetto artistico. Debutta in teatro con Roccu u stortu, scritto da Francesco Suriano per la regia di Fulvio Cauteruccio. E’ la storia di un soldato semianalfabeta calabrese che parte per il fronte in cerca di un riscatto sociale che però si infrange sugli orrori della prima guerra mondiale. Le musiche del Parto vengono raccolte nel cd dall’omonimo titolo e lo spettacolo, con i musicisti come attori, viene trasmesso su Radiorai3 e su Rai2.

2002 – il Parto riarrangia lo storico album di Claudio Lolli, Ho visto anche degli zingari felici che, ricantato dallo stesso cantautore bolognese, viene accolto molto bene da pubblico e critica che partecipa numeroso alla magnetica tournèe degli Zingarifelicitour. Ma il 2002 è anche l’anno in cui la band suona prima a New York ancora attonita per l’abbattimento delle torri gemelle e poi a Bagdad in odore di guerra. Del viaggio in Iraq viene realizzato anche un film dal titolo Sotto il cielo di Baghdad di Balsamo e Scialotti, presentato su Rai3, e un cd, L’altra faccia della terra. Di ritorno da Bagdad,
il Parto interpreta anche il brano pacifista La guerra di Piero di Fabrizio De Andrè che viene inserito nella compilation Mai più i cadaveri dei soldati, pubblicata dalla rivista Mucchio Selvaggio e alla quale partecipano, tra gli altri, Afterhours, Bandabardò, Tetes de Bois, Gang e Massimo Bubbola.

2003 – E’ la volta del debutto nel cinema. Esce il film – documentario Doichlanda, con la regia di Giuseppe Gagliardi. I musicisti del Parto sfoderano un’insospettabile capacità recitativa e una vena comica che fanno del viaggio gastronomico – musicale nella Germania degli emigrati calabresi, un piccolo capolavoro cinematografico tanto da conquistare il Premio della Giuria al Festival del Cinema di Torino consegnato direttamente dal Presidente Vittorio De Seta.

2004/2005 Esce Il parto, l’album che segna un’esperienza originale nella musica italiana. La tradizione mediterranea si fonde con testi di spessore letterario, miscelando radici musicali mediterranee con contenuti poetici. Spiccano i brani, L’imperatore, Piccola mia e Onda calabra il cui videoclip si aggiudica il Premio Mei come Migliore Videoclip d’Autore. Impreziosiscono il disco le collaborazioni con Claudio Lolli, Roy Paci, Davide Van de Sfross e Paolo Jannacci. Ne segue una lunga tournée che tocca diversi paesi europei e che vede il ritorno al Concerto del Primo Maggio a Roma in diretta su Rai3 durante il quale omaggia anche Enzo Jannacci con una versione di Vincenzina e la fabbrica, sigla del noto film Romanzo popolare di Monicelli. A luglio del 2005 il Parto è in Bosnia, per le manifestazioni del decimo anniversario dell’Olocausto di Srebrenica perpetrato dai Serbi durante la guerra nella Ex Jugoslavia. Nell’occasione gira un documentario dal titolo Il buio di Srebrenica diretto da Salvatore De Siena.

2006 – Dopo un’importante cambio di formazione la band riprende a macinare progetti con un’attenzione particolare ai temi civili e sociali. In questo periodo si consolida la collaborazione con Lolli in Fango, un’opera teatrale di Ernesto dello Jacono, dedicata alla catastrofe ambientale di Sarno che costò la vita a centinaia di persone. I due artisti compongono L’eterno canto dell’uomo, sigla dello spettacolo trasmesso su Rai2.

2007 – La band calabro – bolognese realizza il progetto musiculturale La valigia d’identità, un viaggio europeo che mette in evidenza gli aspetti positivi dell’emigrazione e che si avvale di prestigiosi partner, tra cui gli Istituti Italiani di Cultura e gli Institut Goethe, nonché della partecipazione dello scrittore Carmine Abate (Premio Campiello 2012) e dell’antropologo Vito Teti.

2008 – Il Parto ritorna in teatro con Slum, testi di Pier Francesco Majorino, Marjorie Shostak, Christa Wolf e regia di Milvia Marigliano. Lo spettacolo, che racconta l’Africa dalle baraccopoli che attraverso i viaggi della speranza s’incrocia con le nostre radici, debutta al Mittelfest diretto da Moni Ovaia ed è ospite della Festa Europea della Musica.

2009 – Alla Festa del Cinema di Roma, viene presentato il film L’abbuffata di Mimmo Calopresti con le musiche del Parto e di Sergio Cammariere e la partecipazione di Gerard Depardieu e Diego Abbatantuono. E nello stesso periodo esce il nuovo film del Parto I colori dell’abbandono diretto da Paolo Taddei su un soggetto di Salvatore De Siena. Il film, che racconta di Pentedattilo, affascinante paese abbandonato della Calabria, vince il Festival di Cinema, Ambiente e Paesaggio, con una giuria composta da Michele Placido, Lina Wertmuller e Giuliano Gemma.

2010 Esce il cd Magnagrecia che segna un’evoluzione del Parto verso lo stile “world music”. Le canzoni raccontano storie di paesi abbandonati, viaggiatori, poveri, emigranti ed immigrati. Ospiti d’eccezione ancora Claudio Lolli e Roy Paci, e poi la violinista magiara Zita (collaborazioni con Zucchero e Vecchioni), la vocalist iraniana Raissadat (collaborazione con Battiato) e la Banda di Delianuova (diretta da Riccardo Muti al Festival Internazionale di Ravenna). Il singolo Magnagrecia viene inserito nella compilation XL di Repubblica e programmato su molte radio, trovando un’importante cassa di risonanza nel programma Caterpillar di RadioRai2. Segue un lungo tour in cui Il Parto suona in Europa e in Brasile. Ai festival e alle rassegne nazionali degli anni precedenti seguono quelli internazionali (Festival Sete Luas Sete Sois, Festival World) e ai palchi di Roma, New York, Bagdad e Praga, si aggiungono quelli di Londra, Berlino, Stoccarda, Monaco, Lisbona, Budapest, Fortaleza, Bilbao, Montpellier, Siviglia e tanti altri.

2011/2012 – Arrivano riconoscimenti importanti. Il film Qualunquemente di Antonio Albanese diretto da Giulio Manfredonia nella colonna sonora ospita Onda calabra, il brano del Parto delle Nuvole Pesanti che presto diventa un tormentone su tv, radio ed in rete, conquistando persino i titoli di apertura del TG1 nonché la nomination come Migliore Canzone al David di Donatello e la partecipazione al Festival del Cinema di Berlino. Altri attestati arrivano per il brano L’imperatore, il cui testo, scritto da Salvatore De Siena, viene selezionato tra i mille brani più significativi della canzone italiana (La canzone italiana 1861-2011 di Leonardo Colombati) e per il brano Giorgio, storia di un bambino calabrese emigrato in Germania, che ottiene la nomination al prestigioso Premio Amnesty International, assegnato, tra gli altri, a Daniele Silvestri, Carmen Consoli e Vinicio Capossela. E ancora il brano strumentale Meccaniche terrestri, diventa sigla di 20 oggetti della vita italiana in onda su RadioRai3.

2013/2014 – La vena ironica del Parto si scatena con la fondazione del “Movimento La Poltrona” con cui la band propaganda una sua fantomatica partecipazione alle elezioni politiche. Inno di questo movimento è il brano La poltrona pubblicato con un videoclip che documenta il “tour elettorale” dei musicisti in una fattoria di animali di orwelliana memoria. Il brano è contenuto in Che aria tira, disco del 2013 che per la band calabro-emiliana segna un’ulteriore evoluzione musicale tra solchi acustici, incursioni rock e suoni elettronici. L’album, con brani di forte denuncia sociale ed ambientale, è uno sguardo ironico ed amorevole sul nostro tempo, con partecipazioni d’eccezione come quella di Carlo Lucarelli in La nave dei Veleni, Fabrizio Moro in Crotone e il Coro Multietnico di Bologna Mikrokosmos in Che aria tira. Da ricordare sono anche il concerto del Parto, accompagnato dell’ensemble di archi “Il sesto armonico” diretto dal Maestro Peppe Vessicchio, nell’ambito dell’evento Il grande viaggio, trasmesso su Rai3 Calabria e la partecipazione al disco Walter sogna ma non dorme insieme ad altri artisti legati alla scena musicale popolare del Sud, come Eugenio Bennato.

2015 – Sono gli anni in cui s’intensifica l’impegno civile della band. Dopo l’incontro con “I Ragazzi di Locri”, movimento civile nato a seguito dell’omicidio del vicepresidente della Regione Calabria, e la partecipazione alla Manifestazione Nazionale Antimafia, svoltasi a Cinisi (Pa) per l’anniversario dell’assassinio di Peppino Impastato, il Parto s’imbatte in Terre di Musica – Viaggio tra i Beni Confiscati alla Mafia. Si tratta di un importante progetto musiculturale itinerante, ideato da Salvatore De Siena e realizzato con la collaborazione di Libera e Arci, che fa il giro d’Italia per documentare l’esperienza della gestione dei beni confiscati. Grazie a questo progetto, il Parto diventa testimonial della Carovana Internazionale Antimafia. Il progetto, raccontato con un cofanetto contenente un libro e un film, riscuote uno straordinario interesse tanto che viene presentato anche nelle scuole, nelle radio e in tv dove la Rai gli dedica un servizio sul TG2.

2016 – E’ l’anno in cui il Parto ritorna per la terza volta sul palco del Primo Maggio e di altre particolari esperienze. La band, infatti, suona in Piazza San Giovanni a Roma dove in diretta su Rai3 presenta il progetto Terre di Musica ed esegue il brano Fuori la mafia dentro la musica. Il gruppo viene poi invitato a suonare alla festa del Crotone Calcio che si tiene nello stadio della città pitagorica per la storica promozione in serie A. L’anno si chiude con la partecipazione all’innovativo ed interessante progetto universitario “Uniwebtour”. Dall’Università di Torino alla Bocconi di Milano, dall’Università di Bologna, alla Sapienza di Roma fino alla Federico II di Napoli, il PNP entra nel cuore pulsante della variegata realtà universitaria per raccontare la lunga sua lunga esperienza artistica.

2017 – Il Parto s’imbatte in una nuova avventura cinematografica. Esce il film Alèteia, ambientato a Strongoli, in Calabria, e diretto da Enrico Le Pera. Il cortometraggio narra la storia di un viaggio geografico e psicologico compiuto da due ragazzi, i quali, s’innamorano, scoprendo il valore della propria terra, perché spesso la “verità” non è quella che appare e l’amore a volte segue percorsi insoliti, come quello della conoscenza dei luoghi, dei colori, della gente, della storia, della natura e della bellezza. Ambientato a Strongoli, in Calabria, il cortometraggio viene presentato al 3EFestival, gemellato con l’omonimo festival canadese, che ha come finalità la riscoperta e il recupero del centri storici dei paesi e la compatibilità ambientale. Il film vede la partecipazione dei musicisti del Parto come attori e si avvale delle sue musiche tra cui spicca il brano originale Il percorso Calabro-zen scritto apposta per il film.

2018/2019 – Dopo alcuni anni Il Parto decide di ritornare sulla scena musicale con un nuovo album dal titolo Sottomondi in uscita a breve con WMusic – Icompany – Made in Italy. Con Sottomondi il Parto, con la collaborazione artistica di Tony Canto, cambia ancora direzione e stile, rompendo la gabbia della canzone e dando spazio a momenti ed invenzioni folli e lisergiche, ironiche e surreali, in cui l’imprevedibilità e il gioco esaltano il piacere dell’ascolto e la voglia di ballare. Il disco da voce ad un’umanità caleidoscopica, ad un mondo sotterraneo che a a volte riemerge, come le acque di un fiume carsico. E’ il mondo dei bambini, delle donne, degli immigrati, degli emarginati, dei pazzi, dei canti e delle musiche che faticano a farsi ascoltare ma che servono per vivere, resistere, e a volte cambiare. Il lavoro viene impreziosito anche dalla voce di Lisa Maroni e dai Cori di voci bianche di Parma diretti da Gabriella Corsaro. L’album viene anticipato dal singolo Niente ninna per l’uomo ne’, una ninna nanna che affronta il tema del razzismo in modo leggero e ironico usando lo stile della filastrocca su versi semplici ma al tempo stesso poetici, dal significato profondo e dal sapore agrodolce. Un sottomondo che incrocia la vicenda di Riace e ne sostiene la campagna in favore della sua candidatura al Nobel per la Pace ma che inevitabilmente rimanda al tempo in cui ad emigrare erano gli italiani. Il brano è accompagnato da un videoclip girato in una scuola materna della periferia milanese sotto la direzione di Giuseppe Bilotti che usa uno stile filmico non documentaristico ma più originale volgendo lo sguardo al mondo dei bambini, che contiene quell’innocenza tale da conferire universalità al linguaggio ed aiutare a superare i pregiudizi che alimentano il razzismo.